martedì 10 marzo 2015

Una chiacchierata con Sandra

Strano ma vero, sembra che la mia vita da blogger proceda bene o, almeno, rimanga in linea con i miei piccoli obiettivi.
Nel particolare vedo che la rubrica "Un agente al mese" comincia a riscuotere un certo successo, per questo ho deciso di ampliarla.
Oggi, ad esempio, intervisto Sandra Faé, del blog "I libri di Sandra", che non ha mai fatto mistero della sua bella esperienza con l'agenzia letteraria che la segue. 

Vediamo quindi ora cosa di bello ha da dirci Sandra su Thesis.

Foto di copertina del blog di Sandra


1. Ciao Sandra e grazie della disponibilità. Prima di entrare nel merito della questione, ci racconti qualcosa di te?
Ho 46 anni, sono nata e vivo a Milano. Ho come ovvio la passione della scrittura e dopo diverse traversie e antologie ho pubblicato tre romanzi:

“Frollini a colazione (ma io volevo la brioche)” nel giugno 2010 Edito Ex-Cogita
“Cene tempestose” nell’aprile 2014 Edito IBUC
“Ragione e pentimento” a luglio 2014 Edito goWare

Il mio quarto romanzo è in lavorazione. Mentre di prossima pubblicazione è un racconto lungo per Delos Digital dal titolo “La matassa blu di Prussia”.
Attualmente i miei diritti sono tutelati e rappresentati in Italia e all’estero dall’agenzia letteraria Thesis. Ci tengo a precisare un paio di cose rispetto all’argomento. Questa innanzitutto è la mia esperienza, non un’esperienza universale, bensì quella di Sandra Faè. La seconda è che ho impiegato diverso tempo a trovare un’agenzia che mi rappresentasse, ne ho contattate 4,  le prime due sebbene con opinioni molto lusinghiere non mi hanno presa, la terza mi avrebbe presa ma non mi piacque il contratto che proponeva e con la quarta abbiamo raggiunto un accordo, il testo era stato inviato 5 mesi prima. Di agenzie letterarie, discorso valido per qualsiasi professione, ce ne sono di tanti tipi e soprattutto c’è chi lavora bene e chi un po’ meno, e ancora una che può essere ottimale per me, può non esserlo magari per un altro autore. È anche questione di empatia, di approccio, di cosa si sta cercando.

2. Come ti sei approcciata alla pubblicazione? Hai scelto da subito di essere seguita da un’agenzia letteraria?

No, no affatto. Il primo romanzo l’ho pubblicato senza grossi problemi: l’editore mi chiese una bella cifra di editing, pratica che lo fa ricadere negli EAP ahimè, ma riuscì a convincermi che fosse una procedura corretta. Pochi mesi dopo il mio insegnante di scrittura creativa, che ha grossa esperienza in campo editoriale, mi disse che avevo bisogno di un agente. Un agente? Non sono mica Madonna, pensai io, ma lui promise di fornirmi dei nominativi, cosa che poi non fece. Non ci pensai più, fino a quando il mio secondo romanzo fu pronto e ricordandomi delle sue parole iniziai la ricerca di un’agenzia che volesse rappresentarmi. 

3. Attualmente hai all’attivo tre libri per tre editori diversi. In che modo la figura dell’agente ti è utile a mantenere buoni i rapporti con loro?  

Qui cara sei in errore, in nessun modo l’agente mi è utile con i primi due editori, col secondo in particolar modo il rapporto è molto teso, col primo dopo litigate molto accese ora siamo in un limbo di cordialità di convenienza. Col terzo chiaramente le cose vanno bene visto che ho sottoscritto il contratto proprio grazie all’agenzia.

4. In che modo l’agente ti ha aiutata – se l’ha fatto – a migliorare la tua scrittura?

Mi ha dato maggior consapevolezza questo sì, ma non mi ha aiutata a livello pratico, questo credo perché “Ragione e pentimento” era già molto valido quando glielo sottoposi. Poi occorre sfatare un mito, se un romanzo ha un grosso mercato, ma a livello di scrittura non è il massimo, probabilmente intravvedendo un buon guadagno l’agenzia lo prenderebbe in carico. 

5. Come valuti il rapporto costi/benefici che hai con l’agenzia che ti rappresenta?

Ottimamente: l’agenzia che mi rappresenta non chiede contributi per la lettura/valutazione del manoscritto. Prenderà il 15% dalle mie royalty, un prezzo che mi sembra equo considerato il lavoro che fa. Per cui per ora non ho speso neppure un euro. 

6. Domanda di rito: tornando indietro, lo rifaresti? Come ti sembrerebbe oggi pubblicare senza l’agenzia al tuo fianco? 

Certo, lo rifarei. Ti confesso che talvolta agisco ancora come se non avessi un agente, cercandomi contatti da sola e talvolta pure trovandoli, per cui è capitato che firmassi un contratto senza sottoporlo all’agenzia, che se l’è visto arrivare già firmato! E si è un pelino non dico arrabbiata, ma ha detto “Sandra, magari la prossima volta lo leggiamo prima noi!” Però questo avviene per i miei lavori chiamiamoli minori, per i romanzi no, li affido a loro appena sono finiti. Ed è un gran sollievo non cominciare la trafila degli editori. Senza l’agenzia al mio fianco credo che smetterei, sono sincera, il contratto con Thesis scadrà tra poco meno di un anno, allo stato attuale delle cose lo rinnoverei di sicuro, ma se per qualsiasi motivo mio o dell’agenzia si deciderà di non continuare, be’ se avrò un romanzo pronto cercherò un’altra agenzia, in caso contrario mi limiterò a scrivere per il blog o forse sarei talmente demotivata che lascerei perdere del tutto. 

8 commenti:

  1. Sandra, sono sicura che non accadrà, ma non demotivarti in ogni caso!!
    A parte questo, ho apprezzato molto questo post, anche perché penso che nulla più delle esperienze personali possano aiutare chi si incammina in questa intricata selva che è l'editoria italiana.

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    1. Sandra, ovviamente mi unisco all'invito a non demotivarti, a parte che a mia volta credo sia inutile, vedrai che non c'è pericolo. Anche perché nel caso immagino che in qualche modo l'avresti avvertito.

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  2. Grazie Tenar, so che sei sempre lì a bordo campo a fare il tifo. Sì le esperienze dei "simili" sono molto utili anche secondo me per questo sono felice quando posso portare la mia esperienza in giro per il mondo. S.

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    1. E io ti ringrazio per averlo fatto XD

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    2. Grazie grazie. Ho molta fiducia in Thesis e anche nel mio nuovo romanzo, poi si sa l'elemento fortuna ha il suo peso.
      Un bacione Sandra

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  3. Pensando a quale parte del lavoro viene svolta dall'agente, è impossibile non vederne l'utilità. Avere davanti un vero interlocutore, e non soltanto il muro di silenzio dell'editoria, ha un grande valore. Certo bisogna scegliere bene, e non è così facile.

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    1. Giustissimo. Quasi mi viene da pensare che sia più difficile scegliere l'agente che l'editore.

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    2. No, dai sono pari! :D comunque sì il muro dell'editoria a volte è tremendo. Sandra

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