Eccomi, un po' acciaccata, di ritorno dal Buk Modena 2015, dove con mia grande sorpresa (e piacere) è passata a trovarmi Sandra, che si conferma spumeggiante come si può immaginare leggendo il suo blog.
Il Buk si conferma una bella fiera, che ancora una volta mi ricorda quanto sia speciale Modena per me. Ma senza perdermi in romanticherie, direi che è il caso di non annoiarvi e di passare a parlarvi dell'agenzia di cui mi occupo oggi, La Matita Rossa, per cui risponde Rossella Monaco.
Il Buk si conferma una bella fiera, che ancora una volta mi ricorda quanto sia speciale Modena per me. Ma senza perdermi in romanticherie, direi che è il caso di non annoiarvi e di passare a parlarvi dell'agenzia di cui mi occupo oggi, La Matita Rossa, per cui risponde Rossella Monaco.
- Perché uno scrittore dovrebbe rivolgersi a un agente?
Per diversi motivi: per andare incontro a una selezione che
gli permetta di capire se la sua opera può essere degna dell’interesse
editoriale; per avere risposte reali e certe dalle case editrici (che siano
positive o negative) e esser sicuri di indirizzare l’opera ai giusti
interlocutori; per avere al proprio fianco dei professionisti che lo guidino
dal punto di vista legale nel mondo dei contratti editoriali e dei diritti
d’autore; per avere uno scambio di opinioni sulla propria opera dal punto di
vista letterario; per avere un supporto concreto nel gestire la propria
immagine pubblica di scrittore quando e se necessario.
- Che tipo di servizi offre la vostra agenzia?
La nostra agenzia letteraria non offre servizi (abbiamo un
service editoriale che si occupa di correzioni di bozze, editing, schede di
valutazione e altri servizi che però teniamo slegati dall’agenzia letteraria).
Facciamo una stretta selezione tra i manoscritti che ci arrivano ogni giorno,
scegliendo quelli che crediamo abbiano potenzialità per il mercato editoriale
nel quale lavoriamo. Ci poniamo da intermediari tra l’autore e la casa
editrice, ascoltando i desideri dello scrittore e guidandolo nel percorso di
ricerca che desidera intraprendere con le sue opere, rendendolo consapevole del
suo ruolo all’interno del mercato editoriale, sia dal punto di vista legale ed
economico che dal punto di vista letterario.
- In cosa si differenzia rispetto alle altre la vostra
agenzia? Perché uno scrittore dovrebbe scegliere voi?
Credo che ogni agenzia abbia la propria “linea editoriale”
che la differenzia dalle altre e una forza vendita diversa. Noi siamo giovani
ma abbiamo obiettivi chiari e molta passione per quello che facciamo. La nostra
scelta è quella di dedicarci a opere che presentino le seguenti
caratteristiche: per quanto riguarda la narrativa cerchiamo autori
italiani o che scrivono in lingua italiana, che sappiano coniugare la piacevolezza
dello stile di scrittura a una struttura narrativa forte (o comunque a una
palese aderenza alla realtà storica o contemporanea). Cerchiamo storie che
abbiano qualcosa da comunicare e che sappiano farlo bene. Optiamo per una
qualità medio-alta che sia però popolare. Ci interessano le sperimentazioni
consapevoli sul linguaggio. Per quanto riguarda la saggistica, siamo alla
ricerca di manuali di auto-aiuto originali o divertenti e di pubblicazioni
scientifiche che dimostrino un importante lavoro di ricerca. In questo ultimo
caso, valutiamo soprattutto il curriculum dell'autore oltre che le potenzialità
commerciali dell'opera. Con gli autori siamo sempre chiari e diretti, li rendiamo
partecipi di ogni passo che affrontiamo nella collocazione della loro opera e
li aiutiamo talvolta a relazionarsi, anche dal punto di vista dell’immagine
pubblica oltre che dal punto di vista legale, a prendere consapevolezza dei
loro obiettivi e dei loro limiti. Non abbiamo tassa di lettura, leggiamo tutto
ciò che arriva all’indirizzo dattiloscritti@lamatitarossa.it
gratuitamente. Non forniamo però in questo caso schede di lettura e contattiamo
gli autori solo in caso di selezione.
Per quanto riguarda il nostro rapporto con le case editrici,
proviamo a proporre loro qualcosa di nuovo sempre rispettando i bisogni di
catalogo. Rifuggiamo dalla standardizzazione senza però porci in contrasto con
ciò che è già stato costruito. Lo scopo principale è provare a dare sempre nuova
linfa a un mercato che dovrebbe essere, a nostro parere, in continuo fermento,
creare ex novo e al tempo stesso soddisfare i bisogni del pubblico.
- Qual è il genere che trattate in prevalenza?
Siamo interessati a diversi generi (gialli, noir, romanzi rosa,
romanzi mainstream, romanzi filosofici e di formazione, storie famigliari,
raccolte di racconti ragionate). Non siamo interessati al fantasy. Siamo invece
curiosi di ricevere opere di fantascienza, soprattutto se curate dal punto di
vista della verosimiglianza e dell'originalità. Anche nel caso di opere
che non rientrano in un genere ben definito, consigliamo agli scrittori di
indicare qualche somiglianza con testi già pubblicati per offrirci un primo
colpo d’occhio sull’opera.
Qui tutti i contatti.
Giordana, grazie! Io invece vorrei riscrivere (a proposito di scrittura) il nostro incontro, perchè dai ma che figura ho fatto? Non ricordavo il tuo nome!! E' che sapendo di andare al BUK avevo pensato di chiederti se ci saresti stata, ma poi la settimanaccia mi ha fatto andare fuori di mente la cosa. Quando ho visto PLESIO trac lampadina!! Per quanto riguarda il tuo post di oggi: forte la cosa di indicare qualche somiglianza con testi simili da parte degli autori. In becco al gufo come dico io a La matita rossa, bellissimo logo. Un bacione Sandra
RispondiEliminaNon preoccuparti Sandra, anzi, mi ha fatto davvero piacere conoscerti!
EliminaPrima domanda: se un editore ha tempo di dire a un agente letterario che un romanzo non gli interessa, perché non lo ha per dirlo direttamente all'autore?
RispondiEliminaSe parli di:
-supporto legale
-supporto per gestire l'immagine (che intendi?)
-scambi di opinioni
parli anche di spese. Sicura che alla fine per 4 ipotetici soldi convenga?
Non ho però capito una cosa: hai detto che l'agenzia non offre servizi. Ma se affiancate l'autore in tutto come agenzia letteraria, state facendo un servizio. E quel servizio ha un costo, per forza.
Per Giordana: a me queste interviste interessano, ma ancora nessuna è riuscita a convincermi che sia utile rivolgersi a un'agenzia letteraria.
Ciao Daniele,
RispondiEliminaposso, a malincuore, rispondere a una delle domande dirette a Rossella. Un agente è più meritevole di risposta di un autore nella stragrande maggioranza dei casi, almeno a giudicare da come ragiona la maggior parte degli editori. E te lo dice una che non crede alla fandonia per cui non si ha tempo di inviare risposte a tutti. Cosa vuole dire? Hai già perso 5 minuti per leggere una sinossi (se l'hai letta), cosa comporta spendere 30 secondi per inoltrare anche solo una risposta automatica con scritto 'grazie, non siamo interessati'? Sfortunatamente la figura più professionale fa sì che molti editori ritengano necessario rispondere all'agente, ma superfluo farlo con gli autori.
E passiamo ora alla parte diretta a me. Come sai anch'io non credevo nell'utilità delle agenzie. Bene o male pensavo che si trattasse di un lavoro che potevo svolgere da sola. I tuoi dubbi quali sono, invece?
Ciao Giordana,
Eliminai miei dubbi sono questi: non vedo la necessità di avere un tramite. Tutto qui. Inoltre rappresenta una spesa, non credo che un agente mi rappresenti gratis. Mi sembra poi che i tempi si allunghino, e si allungano senz'altro, se interviene un'agenzia letteraria.
Daniele, mi hai dato l'idea per un altro post!
EliminaTrovo molto interessante questo confronto ;)
RispondiEliminaDaniele non capisco: cosa può servire per convincerti? Cosa concretamente può farti dire 'mi hai convinto?
Forse l'esperienza di qualche autore? Oppure la tua diretta?
Non so cosa possa servire per convincermi. Leggere altre esperienze sarà utile senz'altro, ma non è detto che mi convincano.
EliminaChiedere l'aiuto di un agente riduce drasticamente i tempi: se ho il testo che do stanno cercando X editori, li chiamo subito e posso chiudere accordi nel giro di una settimana: conosco il catalogo e vado mirata. Con un ragazzo mi è successo. Uno solo finora, il suo caso era perfetto per un editore che conosco ;)
RispondiEliminaPoi un agente può anche lavorare solo a percentuale, nel mio caso io non lo faccio per tutti, finora solo con 5. E questi 5 non hanno sborsato una lira, anzi guadagneranno ;)
Quindi dipende sempre dal testo, dall'autore e dall'agente: tempi e costi sono soggettivi e 'tarati' sul singolo caso.
Sì, ma devi leggere e valutare il testo prima di contattare l'editore. Ok, ci sta che tu hai senz'altro meno richieste di un editore e che l'editore, come abbiamo visto, è più propenso a rispondere a un agente piuttosto che all'autore, quindi in questi casi i tempi di accorciano.
EliminaIn base a cosa un agente lavora in percentuale? Se sa che quel libro sarà pubblicato? E la percentuale è a carico dell'autore, immagino. Parliamoci chiaro, però: lavori in percentuale se fai pubblicare con Mondadori, altrimenti guadagneresti 10 euro in due anni. O sbaglio?
Io (parlo x me) lavoro a percentuale quando lavoro con un autore che ha già pubblicato con buoni esiti di vendita, con autori che hanno un curriculum professionale nel settore comunicazione/politica o cmq hanno a che fare col pubblico, con autori anche al primo libro, ma che scrivono già bene e che hanno un'idea originale è pronta o quasi x l'attuale richiesta di mercato. Quindi non solo con autori per Mondadori... Anche, ovvio, ma non solo. Lavoro a percentuale anche con autori già clienti e magari al secondo libro.
RispondiEliminaPercentuale vuol dire sulle royalties e anticipi dell'autore: ovvero più guadagna l'autore stesso, più guadagno anche io. La percentuale e sugli incassi dell'autore.
RispondiEliminaIo credo che l'unica cosa che conti davvero, a parte la scontata professionalità, per un autore che decida di rivolgersi a un'agenzia, sia sapere con precisione quali sono i contatti di quell'agente nel mondo dell'editoria. Mi spiego meglio: se l'agente non ha alcuna via preferenziale, allora si limita solo a fare il lavoro che farei io. Magari lo farebbe in modo più professionale, ma in cambio di un compenso. Invece, quello che io cerco, sono agenti che siano davvero dentro l'editoria. Che abbiano, ad esempio, il numero di cellulare dell'editor di Sperling & Kupfer, per dirne uno a caso. Allora, in questo caso, rivolgersi a un agente avrebbe un senso preciso.
RispondiEliminaInoltre si parla dell’agente come se curasse semplicemente la ricerca di un editore. Per uno scrittore in erba magari è così, ma l’idea dell’agente che ho in mente io è più aderente a quella americana: tu, agente, devi curare la mia immagine. Questo significa parlare con i giornali, con le televisioni, organizzare la mia partecipazione agli eventi e alle manifestazioni. Procurarmi ingaggi, sia letterari sia di altro tipo. Questo è un agente con la A maiuscola. Contattare gli editori potrei farlo da solo… Anzi, essere rappresentato da un agente potrebbe rappresentare perfino un limite. L’Editore non può strozzinare l’autore… mi spiego? Se fossi un editore preferirei rivolgermi direttamente all’autore… Sbaglio?
Sui contatti diretti dell'agente:
RispondiEliminapremesso che questi non può e non deve MAI dare i suoi contatti, presi con fatica, ore di telefonate e tanta pazienza, io direi che per scoprire quali editori "davvero" siano nella sua agenda si può guardare il sito web dell'agenzia (molti riportano gli autori già pubblicati), chiedere agli altri autori che hanno già lavorato con lui/lei, fare un salto nelle più grandi fiere. Queste sono spesso territorio di caccia di contatti, per gli agenti professionisti :)
Sulla promozione:
Certo che sì, eccome se l'agente lo fa! Attenzione solo a non confonderlo con l'ufficio/addetto stampa: i giornali e le tv sono prerogativa di quest'ultima figura. Non è detto che l'agente conosca giornalisti, alle volte sì, ma non è tenuto a farlo. E' proprio un'altra professione.
Io ad esempio promuovo eccome i miei autori migliori e questi ultimi li ho scelti perché:
- sono spigliati, professionali, divertenti e seri durante gli eventi pubblici
- sanno scrivere, hanno idee e non solo per un unico libro, ma anche per altri
- hanno vari contatti e riescono a vendere bene in fiera
- sono ambiziosi e vogliono crescere.
Con questi autori, ci vado a nozze! Chiaro poi che è più facile proporre un libro che abbia un editore medio o medio/grande alle spalle e magari anche una tematica sociale o di attualità. Il romanzo rosa dove "tutti vissero felici e contenti" ha poco da essere promosso! :)
Non dimentichiamo che l'agente si occupa della riscossione dei diritti, argomento purtroppo spinoso e impedisce ad autori un po' sprovveduti di firmare contratti legalissimi ma magari gran furbate a favore dell'editore e basta. L'agente mi rappresenta, parla per me, laddove è ben più ferrato di me - autore - in cavilli editoriali, e altro. L'autore scrive e basta. L'autore vende il libro prima della firma, l'ufficio stampa lo promuove dopo. E' chiaro che la sinergia tra ufficio stampa e agente fa sì che il libro abbia maggior visibilità. Sandra
RispondiEliminaIn effetti non avevo considerato la faccenda "riscossione diritti", e visto quello che sento raccontare spesso... non è un argomento da poco.
RispondiEliminaTra l'altro la questione royalties e' spinosa sia per contratti assurdi es. prendi il4% dalla 500a copia in poi (cioè quasi mai), oppure gli editori non pagano, dopo mesi di solleciti e lettere di avvocati. Per questo fare l'agente puro (solo a percentuale) in Italia è molto difficile: quando un editore paga e se paga, le vendite sono così basse che conviene lasciar proprio perdere a lavorare con gli emergenti! Bah...
RispondiEliminaIn effetti qual è la media di vendite per un emergente? Se non sbaglio qualche anno fa si diceva che la media nazionale stentasse ad arrivare alle cento copie. Credi sia un dato plausibile?
RispondiEliminaDati medi di vendita in LIBRERIA, ovvero quando un editore ce la fa a entrarci e quando qualche sconosciuto lettore trova quel libro in alto e di dorso, non arrivano a 200 copie. Il resto lo fa l'autore con i suoi contatti. Va da se' che - in media - lavorare come agente con un autore sconosciuto al primo libro e con un editore piccolo... Non conviene proprio! A meno che non si riesca a portare l'autore da un grosso editore (es. buona storia, buono stile, buone idee).
RispondiEliminaIl punto è proprio questo: gli editori grossi accettano proposte, tramite agente certo, di autori esordienti?
EliminaLa mia visione in proposito è limitata, ma credo che se in generale è difficile che gli autori grossi leggano esordienti, lo è ancora di più se l'esordiente non ha rappresentanza.
RispondiEliminaTra l'altro alcune major dichiarano apertamente di accettare manoscritti solo se provenienti da agenti.
ehm, 'editori grossi', scusate.
EliminaConcordo con Giordana; in ogni caso, come agente:
RispondiElimina1) Non posso presentare tutto e tutti es. da Mondadori; gli editori mi sputano in un occhio e mi depennano dall'agenda, se li tempesto di robetta... ci vuole un buon testo, che più o meno sia in linea con l'attuale mercato (che fanno loro) e con un autore più o meno addentro il pubblico; il resto non ce lo mando proprio!
2) Con un buon testo, in linea col mercato e con un autore interessante, quando lo presento io, arriva alla scrivania giusta e la valutazione è più rapida. Ma, attenzione, non meno indolore: io posso farlo "valutare/leggere" da chi conta, e la pubblicazione non dipende più da me, ma da tanti fattori tra i quali conta molto anche il momento storico giusto. Insomma, io arrivo a farlo leggere, il tuo testo, tu autore che vali; che poi venga effettivamente pubblicato da un colosso, questo è un altro paio di maniche! :)