lunedì 26 gennaio 2015

Cosa può imparare un autore da Twilight

Parlare male di Twilight è una moda che mette tutti d’accordo




Mi è capitato proprio oggi di incontrare un esperto di cinema. Un esperto vero, di cui posso solo sognare la videoteca e sperare di riuscire a vedere nel resto della mia vita un decimo dei film che ha visto lui.
Non ho potuto evitare chiedergli cosa pensasse del cinema fantastico.
Con mia grande sorpresa, mi ha risposto di apprezzarlo per diversi aspetti. Certo, non si è lanciato in elogi entusiastici sul genere, ma almeno si è dimostrato aperto.
Ha avuto parole di merito anche per Lo Hobbit e Harry Potter, quando da un personaggio di quel calibro mi sarei aspettata solo biasimo.
Poi ha approfondito l’argomento, differenziando il fantastico in tutti i suoi sottogeneri.
Ad un certo punto è arrivato all’horror e alle sue declinazioni rosa. Alla fine è approdato su Twilight.

No, neanche lui, all’apparenza così mite e ponderato, ha potuto esimersi dal dichiarare che sì, in effetti ritiene Twilitgh uno schifo.

Da qualche anno sembra davvero che Twilight riesca a mettere gli esperti tutti d’accordo. È brutto, non si discute.

Nascono allora un po’ di domande che vorrei rivolgere agli esperti. 
Le sto immaginando qui con relative risposte.

Perché ha venduto milioni di copie? Perché ‘la gente’ non capisce niente.
Perché ne hanno fatto un film? Perché ‘la gente’ non capisce niente.
Perché è stato tradotto in N lingue? Perché ‘la gente’ non capisce niente.
Perché una storia così brutta da mettere d’accordo all’apparenza tutti, ma proprio tutti, è stata per 3 anni (con tutti i volumi della saga) tra i migliori 50 bestsellers in termini di vendita per USA Today’s? Perché ‘la gente’ non capisce niente.



Molto bene, ho appurato che i detrattori della saga sono d’accordo anche sull’affermare che siamo circondati da idioti. Un mondo un po’ triste, in realtà.

E a me? A me Twilight è piaciuto?

In realtà no, l’ho letto per curiosità e l’ho abbandonato al primo volume.

Ha ferito irrimediabilmente la mia vista? Neanche. In realtà l’ho trovato un prodotto in sé discreto e ben studiato. Credo, in definitiva, che in giro ci sia di peggio.

Di più, se lo prendiamo come un prodotto commerciale (cioè per quello che è, e non lo dico per sminuirlo, i libri pubblicati nascono tutti anche come prodotti commerciali) arrivo anche a dire che è un buon prodotto, senza dubbio con i suoi pregi.

Ecco, dunque, i punti di forza della scrittura della Meyer, che no, non è la nuova J.K Rowling (su tutto questo sottoscrivo le parole di King a riguardo), ma non ci interessa. Un editore (o uno scrittore), non può sottovalutare la stima che un numero così esagerato di lettori ha dato e confermato col tempo continuando ad acquistare tutti i libri della saga. Ecco, dunque, quello che secondo me uno scrittore dovrebbe analizzare del fenomeno Twilight. Ciò non significa che penso sia giusto iniziare tutti a scrivere di vampiri sbrilluccicosi e ragazzine infatuate del bello della scuola, ma solo che, dove ci sono, è giusto anche riconoscere i pregi altrui e vedere se in qualche misura (e nel rispetto del nostro stile e delle nostre storie) possano diventare nostri.

1) Si rivolge esclusivamente al suo target specifico. Stephanie Meyer scrive per le ragazze adolescenti quello che piace leggere alle ragazze adolescenti.  Sa, ne sono certa, che la maggior parte degli adulti troverà imbarazzanti e assolutamente noiose le paranoie di Bella a proposito di sé, della vita, dei ragazzi, e di tutto quello che sta attorno al suo mondo di liceale, però… se ne frega. Non scrive un libro per adulti, scrive un libro per ragazzine. Non inserisce tematiche più profonde (a cui comunque la figura del vampiro potrebbe portare) solo per accontentare i lettori fuori dal suo range d’azione. Individua un obiettivo e su quello cerca di far colpo.
 Utilizza temi d’interesse per il suo target. Fondamentalmente, parla di romanticismo, di prime cotte, di sesso, di ragazze normali che diventano il centro dell’attenzione dei ragazzi più popolari della città. Parla, in poche parole, di quello che le sue lettrici vogliono leggere. Forse non ci sarà voluto un genio, ma intanto lei l’ha fatto, mentre tante altre scrittrici di YA no.

2) Ritmo incalzante. Tutto Twilight prosegue cambiando scena e argomento da un capitolo all’altro. Può non piacere quello che accade a Bella, ma tutta la vicenda è in continuo movimento, senza punti morti. A ciò contribuisce anche il tipo di prosa, di cui parlerò al punto tre…

3) Narrazione semplice e struttura lineare. Che nei libri ya non si trovi una prosa complessa è risaputo. È risaputo anche che le prose complesse non sempre incontrano il favore del pubblico (e ancora meno quello degli adolescenti). Che la Meyer utilizzi una prosa più che lineare è evidente e questa aiuta a sostenere un ritmo degli eventi comunque corposo non tanto per quantità, quanto più per velocità.
La struttura in sé, poi, non ha punti deboli. Non ci sono parti che prevalgono nettamente sulle altre, né momenti ‘tirati via’, che invece ho riscontrato, ad esempio, in Hunger Games, libro che ho apprezzato e che rileggerei volentieri, ma che effettivamente presenta a mio avviso dei ‘problemi’ narrativi più forti di quelli di Twilight, che si limita a essere quello che è, in maniera lineare, senza pretendere troppo, ma senza cedimenti improvvisi (su Hunger Games mi sono già espressa qui).
Che tutto questo possa non piacere, stando ai critici, agli esperti del settore, ai recensori dell’ultimo minuto, è certo. Che tutto questo sia però piaciuto a un numero imbarazzante e impensabile di lettori, però, è un dato di fatto.

E voi?

Pensate di poter migliorare su alcuni degli aspetti positivi che ho individuato in Twilight?
Io, in realtà, penso che dovrei lavorare maggiormente su tutti e tre L


PS: non faccio in tempo ad accedere al blog per scrivere questo post che mi accorgo di Lorenza (I libri di Lo), che smentisce il mio sottotitolo nel post di ieri, 26 gennaio 2015. Bene, mi correggo: parlare male di Twilight mette d’accordo tutti tranne Lorenza, e come al solito sono felice di leggere qualche voce fuori dal coro. E già che ci sono se siete in cerca di anteprime vi raccomando di seguire il suo blog.

20 commenti:

  1. Ho letto Twilight in meno di 24h. Avevo 25-26 anni all'epoca e l'ho divorato. Il film non era nemmeno in nuce, quindi mi son solo fidata del consiglio di una lettrice appassionata. Di seguito, ho dato letteralmente la caccia agli altri due tomi (il quarto nemmeno era stato tradotto) e ho perfino faticato visto che la libreria li esauriva con la velocità dei filoni di pane il sabato di festa. Sono stata una delle tante appassionate che hanno corso alla Mondadori per prenotare l'anteprima di Breaking Dawn. Non nego di essermi infatuata del vampiresco bonaccione (ho un debole per i capelli rossi, lo ammetto), né di essermi schifata del suo avatar cinematografico (incapacità recitativa al 100% + faccia da ebete). Tuttavia, questo entusiasmo si è smorzato quando ho provato a rileggere la saga.
    Come cavolo aveva fatto a piacermi tanto? O_O
    Ho pensato a una allucinazione, ma temo non fosse questo.
    In verità, la Meyer scrive bene. Per me scrive davvero bene: ha quello stile di scrittura che - come lettrice - ho definito "a risucchio": nel senso che se cominci a leggere poi non stacchi più fino alla fine. Che poi i contenuti siano discutibili... beh, per il lettore che è disposto a farsi fagocitare è difficile capirlo finché non passa la sbronza emotiva iniziale. Anni dopo, iniziando a fare sul serio come autrice, mi son ritrovata davanti al fronte compatto del "che schifo Twilight". Per invidia, ragione tecnica o semplice opportunismo, il mondo del fantasy nostrano ha rigettato quel best seller. Non nego che sia robetta da poco, che sia di nullo spessore... ma come dici tu Mur se ha avuto milioni di lettori mentre altri romanzi - mille volte più ben scritti e con messaggi profondi - non hanno laciato traccia nella memoria collettiva, un motivo c'è. La bravura di un autore sta anche in questo: intrattenere. E assicuro che Twilight's saga ha "intrattenuto" orde di ragazzine e di mamme di mezza età che nel bonazzo-vampiro hanno ritrovato il romanticismo del sex symbol retrò. Il mito della belle&labestia che viene tramandato dalle fiabe da secoli, della cenerentola gotica, del barbablù che ammazza per amore. Twilight, per assurdo, funziona bene perché è come le fiabe: semplice, diretto e pieno di mostri da portare all'altare :D econcludo dicendo che la tua analisi, cara Mur, non fa una grinza.

    RispondiElimina
  2. Hai ragione, penso che la componente d'intrattenimento della lettura sia sottovalutata dai più, almeno a livello teorico. Il che è un peccato perché il libro, alla fine, è sopratutto questo.

    RispondiElimina
  3. Penso che non si possa neanche discutere su quanto siano pessimi i film, o il quarto libro. Sono brutti da fare ridere.
    Però... oh, a me i primi tre libri erano piaciuti. E non è che quando li ho letti fossi a secco di letteratura alta o capolavori, mi piacevano e basta. Per quello che erano, ovviamente, giammai sarei andata definirli chissà che. Ma sono quello che sono, il target è un pelo sopra quello della collana Le ragazzine, chi li analizza con puntiglio da critico letterario... cioè, boh. Analizziamo allo stesso modo pure la Pimpa, allora.
    Comunque sono d'accordo con quello che dici. Twilight&seguiti piacciono perché sono veloci, i personaggi sono caratterizzati in modo semplice e preciso e non sgarrano, la trama ha volta per volta un suo senso. Può insegnare molto, è vero, è un buon manuale, ma è deleterio se seguito passo per passo.

    RispondiElimina
  4. Su film e quarto libro mi astengo... non ho visto i primi, non ho letto l'ultimo.
    Analizzare la Pimpa allo stesso modo... buon esempio!

    RispondiElimina
  5. Ciao Giordana!
    E' semplicemente una scrittura "media", per non dire mediocre. Non l'ho letto e ho solo visto sprazzi di film una sera in tv.
    E' quel genere di opera che tira nel mucchio per colpire più gente possibile. Ha le carte in regola per poterlo fare.
    Non voglio criticare la cosa in sé (sono operazioni che si fanno in ogni ambito, pensiamo alla musica leggera degli Amici di Maria), diciamo che tra opere commercialissime preferisco tutt'altro.
    Sui punti che citi, si potrebbero sfruttare applicandoli a qualcosa di più "alto".

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Infatti sarebbe proprio il senso (e l'invito) del post :)

      Elimina
    2. Sì, lo so.
      In che modo, tu chiedi... Penso che ognuno abbia un modo suo, e possa leggere le cose come meglio riesce.
      Ad esempio, un punto che potrebbe interessarmi è quello di rendere la trama sempre costantemente interessante (pur nei momenti di pausa o stallo, che sono per me necessari).
      Un altro, potrebbe essere quello di rendersi accattivanti per un pubblico più ampio, magari lavorando anche su altri aspetti...^^

      Moz-

      Elimina
  6. Il primo libro lo letto per curiosità senza troppi intoppi, ma il secondo l'ho trovato una palla assurda, un lunghissimo piangisteo adolescenziale senza fine. Nel terzo arriva un po' d'azione, ma è tutto talmente improbabile che non l'ho retto. Risate isteriche e libro abbandonato.
    Il primo film l'ho trovato caruccio, girato con cognizione di causa. Gli altri sono inguardabili.
    Detto questo, ritengo che siano libri capitati al momento giusto. Viviamo in un'epoca precaria, di relazioni precarie e gli adolescenti invece cercando qualcosa di eterno a cui attaccarsi. Bella è figlia di genitori divorziati che trova un ragazzo che gli promette l'amore eterno, quello vero. È disposta a diventare non morta, pur di avere qualcosa che duri per sempre.
    Ecco, credo che in questo molte lettrici si siano riconosciute.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricerca di stabilità, dici... in effetti è molto probabile.

      Elimina
  7. Ho letto il primo, ero incuriosita, come molti, e non mi ha detto nulla. Complimenti all'idea, il vampiro per un po', forse ancora oggi, è andato alla grande, ma forse sono fuori target, anche adoro Harry Potter, per non sta neppure lì il punto focale della questione. Quando una cosa non mi piace in questo modo, faccio anche fatica a motivarla, come non mi sopporto melone, anice e liquirizia, non mi piacciono e basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per Harry Potter credo proprio si stia su un altro livello. Credo che in quel caso si faccia anche fatica a parlare di un target effettivo, perché davvero è un'opera che potenzialmente potrebbe piacere a chiunque.

      Elimina
  8. Che siamo circondati da idioti si sapeva :D
    Forse quella saga si rivolge a una massa enorme e calcolando che è scritto in inglese, quella massa è ancora più grande eprché abbraccia tutto il pianeta.
    Io mi sono fermato al primo film, invece.
    1: hai ragione, è un romanzo scritto per un pubblico preciso.
    2: credo che in uno YA sia quasi d'obbligo. Io ho letto pochi romanzi per quel target, ma ho visto che è così.
    3: la prosa deve essere così, proprio a causa del pubblico. Altrimenti fallirebbe.

    Io devo senz'altro migliorare quei 3 punti. Ma, come ho detto, ho letto ancora poco di YA, però mi piacerebbe scrivere un romanzo per quel pubblico.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ci sto provando e devo ammettere che soprattutto il primo punto è davvero difficile da raggiungere.

      Elimina
  9. Metti d'accordo tutti, tranne Lorenza e me. Sono decisamente fuori target, ma mi sono letta tutta la saga e vista tutti i film. Forse che non ho notato difetti? Certo che sì, li ho notati; lo stesso ho trovato la storia godibile. I motivi sono gli stessi che hai citato tu, Giordana, ma li riconosco solo a posteriori. Mentre leggevo, mi lasciavo trasportare, e questo non è poco. Sarà che l'istinto mi porta più ad apprezzare i lati positivi dei libri che leggo che non a sentire il peso di quelli negativi. Come dico spesso, sono il lettore ideale, quello che è capace di ignorare il pan di spagna e mangiarsi la crema... sempre che la crema mi piaccia. ;) Comunque non credo affatto che "la gente" non capisca niente, nemmeno quando mi trovo dalla parte di quelli che (in teoria) capiscono qualcosa. (Per la cronaca, anch'io ci terrei a migliorare sotto quei tre aspetti.)

    RispondiElimina
  10. Direi che sei decisamente dalla parte di quelli che ne capiscono qualcosa ;)
    Neanche io credo possibile che 'la gente non capisca niente', anzi, trovo particolarmente ottuse le risposte di questo tipo quando si vanno ad analizzare i comportamenti dei consumatori.

    RispondiElimina
  11. Cavolo, allora twilight all'epoca (parlo di quando avevo 16 anni ed era di grande attualità) non mi attirava per nulla. Preferivo di gran lunga Harry potter, la saga di Eragon e le varie trilogie della Troisi.
    Certo mi incuriosisce questo YA, ma allo stesso tempo mi blocca, non riesco a capire se ne valga la pena, anche solo leggerlo per poi chiuderlo e dire che schifezza... aspetterò di avere un e-reader e comprare il libro a poco, piuttosto che a prezzo pieno.
    Insomma, già il genere non è che mi piaccia se poi è di una banalità come il film allora, forse meglio non leggerlo.

    RispondiElimina
  12. L'ebook italiano ha un prezzo improponibile, almeno dal mio punto di vista (9.99, se non sbaglio).
    Se già non è il tuo genere, probabilmente non ti perdi nulla.

    RispondiElimina
  13. L'ho letto e non mi è piaciuto, il secondo per di più era una noia mortale e Edward l'avevo ribattezzato "fishmonkey" ovvero pescescimmia perché scalava gli alberi e rifletteva la luce come le squame di un pesce.
    Sono io fuori target? Sicuro, al posto di essere una ragazza sono un ragazzo. Sinceramente trovo davvero difficile sia piaciuto così tanto.
    Capisco il marketing il target e tutto ma allo scempio c'è un limite =P
    A parte scherzi trovo obbrobriosa la figura di donna debole, inutile ed inetta che dà nel corso della storia.

    RispondiElimina
  14. Sul genere YA, invece, Hunger Games (per essere comunque un libro che dal punto di vista strutturale ha diversi problemi in più di Twilight) è di certo più godibile anche per i 'fuori target'.

    RispondiElimina
  15. Hera
    Leggendo Twilight saga posso dire che la Meyer ha saputo vendere fumo molto bene. Lei è la prova vivente che se ti affidi in mani capaci di vendere qualcosa, anche cacca sotto vuoto, stai pur certa che lo vendi. Inoltre, ha saputo reinventare la figura del "vampiro" nonostante non ne sapesse una cippa. Questa cosa è ammirevole. Non dico che questa tetralogia sia brutta ma neppure da buttare via. Diciamo che starebbe bene come esempio, in futuro, di come la fortuna conti molto nella vita.

    RispondiElimina