martedì 1 aprile 2014

Sull'utilità dei concorsi letterari

I concorsi letterari non differiscono dagli altri e consistono nel sottoporre la propria opera al giudizio di una giuria, che provvederà a valutarla e votarla (o, in alcuni casi, semplicemente a selezionarla).
Non c’è scrittore che possa non trovare un concorso adatto a lui. Ne esistono per opere edite e inedite, per ogni tipologia di componimento (prosa o poesia), per ogni lunghezza e genere.
Ma veniamo alla ratio di questo post; la loro utilità.

Mi è capitato, mesi fa, di leggere alcuni dubbi in proposito avanzati da qualche utente di un noto forum frequentato da scrittori, esordienti o no. Vorrei quindi spiegare perché, a mio parere, partecipare ai concorsi risulti un’attività vantaggiosa.
Innanzitutto consideriamo l’utilità propedeutica. Scrivere per un concorso implica il dover lavorare su un testo avendo a monte un’imposizione nel genere, nel soggetto e nella lunghezza. Saper creare una storia che funzioni nonostante questi diktat vi aiuterà a padroneggiare un approccio professionale alla scrittura.
Partecipare a una selezione implica poi il ricevere un riscontro sul merito. Lungi dal voler affermare che se un’opera non viene premiata non vale nulla, mi pare comunque evidente come una vincita, o un buon piazzamento, non possano che stimolare la scrittura e indicare all’autore che sta lavorando nella giusta direzione.  In particolare poi, quando la vittoria implica la pubblicazione, anche l’autore esordiente avrà la possibilità di ottenere un riscontro di pubblico e provare il processo di editing con un soggetto –si spera- professionale.
Tutto ciò gli permetterà poi, nel caso si presentasse a un editore, di dimostrare che il suo talento è già stato riconosciuto; in qualche modo ciò rassicurerà il valutarore. Tattavia credo che sia un errore associare i concorsi solo agli esordienti. Penso che continuare a testarsi, nonché cercare sfide e consensi, sia un aspetto imprescindibile per lo scrittore, anche se già pubblicato.
Oltre a rappresentare un banco di prova, inoltre, in caso di vincita un concorso genera comunque più possibilità d’essere letti e conosciuti e può rivelarsi uno strumento di marketing.

Sperando di far cosa gradita, per concludere, torno a indicarvi LABORATORIO FANTASY. Il blog in questione era già tra le mie nomination per i boomstick award, ma ancora non avevo scoperto la sezione “concorsi”. Seguitela, è veramente ben fatta.

6 commenti:

  1. Passerò a darci un'occhiata! :)

    Moz-

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  2. Più che altro è aggiornatissima e trova delle "chicche" che i siti più "ufficiali" tralasciano.

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  3. La penso proprio come te.
    Anche quando affermi: "Lungi dal voler affermare che se un’opera non viene premiata non vale nulla". Anzi, se mo consenti, dirò che è vero anche il contrario. Un ricordo personale a esempio.
    Anni fa risultai tra i vincenti in un concorso, da allora ho continuato a scrivere: solo critiche .
    Ci do un'occhiata.

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  4. Certo che ti consento!
    Per quanto riguarda Laboratorio fantasy, per quanto concentrato sul genere di riferimento, mi pare che raccolga i vari bandi in maniera rapida, diversamente dalla maggior parte dei siti di concorsi che ho seguito in passato, dove rischiavi di veder pubblicata la notizia di una selezione a una settimana dalla scadenza. Utile anche "Progetto Babele", per quanto non sia troppo immediato nell'esposizione e risenta un po' degli anni.

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  5. Mi consenta!
    :D :D :DDDD
    No, Gio'.
    Partecipazione ai concorsi... sì, ci credo molto. Voglio partecipare a molti concorsi (specie quelli aggratise!). Il sito ozoz mi è d'ausilio.
    Ma solo racconti fantasy lì? Sai qualcosa tu?

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  6. Prevalentemente, ma non solo. Questa una segnalazione che ho trovato interessante e a cui intendevo partecipare:

    http://fantasylab.blogspot.it/2014/03/marvellous-hotel-concorso-letterario.html

    Ozoz non lo conosco, vado a dare un'occhiata ;-)

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