mercoledì 16 aprile 2014

Lamentele da editore

Se, letto il titolo, avete pensato di poter tirare un sospiro di sollievo, devo disilludervi. Il post sulla formazione dei plurali arriverà a giorni.
Oggi, però, vorrei portare all'attenzione un articolo di Carlotta Borasio (Las Vegas Edizioni). Lo faccio perché ha saputo descrivere esattamente il mio pensiero, "sconclusionato, emotivo, istintivo" al leggere dell'ennesima casa editrice vicina al baratro.

2 commenti:

  1. E' davvero una situazione triste, soprattutto perché è difficile trovare un vero colpevole cui dare addosso. Il lettore nostrano è poco evoluto e poco propenso a sperimentare, ma con la situazione economica attuale il grande editore viene forse visto (a torto) come una garanzia. Del resto non si può nemmeno pensare che il lettore si ponga il problema di chi chiude e chi no. Si dovrebbero trovare modi nuovi di fare conoscere i libri dei piccoli-medi editori, ma non è semplice. Tu che sei del settore, cosa proporresti?

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  2. In questi (quasi) tre anni me lo sono chiesto più volte, ma sono ancora qui senza una risposta.
    Innanzi tutto gli italiani dovrebbero leggere, ma la scarsità di lettori è un dato davvero difficile da combattere e servirebbe un’azione su più livelli, principalmente (a mio parere) da parte delle istituzioni statali e delle famiglie in primis.
    I librai dovrebbero evolversi e apportare un valore aggiunto al loro ruolo. Ne parlavo appunto con Carlotta. Chi continua a esporre sempre gli stessi titoli “noti” è destinato a vedersi rimpiazzare da IBS, AMAZON o chi per loro. Del resto chi me lo fa fare di alzarmi dalla scrivania, prendere la macchina, cercare in libreria e pagare a prezzo pieno quando con due click ho a disposizione un catalogo enorme, l’oggetto mi viene portato direttamente a casa e, di solito, lo pago anche scontato?
    Gli editori dovrebbero pubblicare bei libri, curati e unici, ed essere raggiungibili da qualsiasi libreria fisica dello stivale. Ora, non apro il dibattito sulla distribuzione (altra bella gatta da pelare), ma anche questo è un punto veramente, veramente difficile da realizzare.

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