giovedì 10 aprile 2014

I 5 errori da evitare quando ci si interfaccia a un editore.

Bene, oggi volevo scrivere un post sulle regole di formazione del plurale, ma la (s)fortuna ha voluto che dimenticassi le mie grammatiche di riferimento a 40 km da qui, quindi sto anticipando il post che avrei dovuto scrivere la settimana prossima come trait d’unione tra “La lettera di presentazione” e “La sinossi perfetta”, che arriverà entro fine mese.
L’idea di oggi mi è stata data da Fabrizio Corselli (curatore editoriale) che in un commento sulla sua pagina facebook scrive : “[…]. il problema è un altro: l'approccio alle CE. Il più delle volte viene fatto in maniera selvaggia, da sprovveduti, non c'è sistematicità, ordine e coerenza […]”.
 E io concordo con lui; è un bel problema. Ecco perché ho deciso di provare a fare un po’ di ordine: quelli che troverete più sotto sono i 5 errori da evitare nel modo più assoluto quando vi interfacciate a un editore, almeno dal mio modesto punto di vista.


1) Essere colloquiali: rapportarsi cioè all’editore come se fosse il vostro vicino di casa. In questa categoria rientra quindi a pieno titolo l’utilizzo indiscriminato della maiuscola (CAPITO?), dei punti interrogativi ed esclamativi (CAPITO!!???) e delle abbreviazioni da chat. Attenzione però, perché anche risultare troppo formali rischia di rivelarsi controproducente; ricordate che la comunicazione, comunque, non deve risultare forzata.
2) Non inserire i vostri recapiti: so che non ci si crede, ma è un errore abbastanza comune. Inserite in calce alla fine di ogni file inviato residenza, mail e telefono.
3) Non informarsi sull’editore che state contattando: oltre a rischiare di contattare degli EAP, finirete per inviare poesie a chi pubblica saggi, fantasy a chi si occupa di romanzi storici, etc. Cercate inoltre di seguire le istruzioni di invio dei manoscritti che solitamente vengono rese note dagli editori sul loro sito web.
4) Inviare la stessa mail a tutti gli editori lasciando gli indirizzi in chiaro: questa era la questione aperta da Fabrizio, del quale condivido pienamente il punto di vista. Non si chiede di inviare il proprio lavoro a un editore per volta, perché vi ci vorrebbero secoli, ma di seguire un criterio per quanto possibile professionale, ordinato. L’invio “selvaggio” vi taccerà di pressapochismo, inesperienza e, nella peggiore delle ipotesi, scorrettezza. Lasciare in chiaro per altri lettori gli indirizzi mail dei destinatari è, in linea di massima, considerato quantomeno sconveniente.
5) Non inviare mail senza testo: ovvero mail che contengono solo il manoscritto in allegato senza nessun tipo di introduzione. Scrivere due righe di presentazione è, agli occhi di tutti, il minimo.
6) Non contestare in maniera saccente l’editore: posto che tutti sbagliano, dovete prendere atto della realtà dei fatti. Se il vostro testo non viene ritenuto idoneo alla pubblicazione non significa che non sia pubblicabile per altri. Prendete atto delle osservazioni, miglioratelo e riprovate. Risposte del tipo “Ma ha visto che schifezza che viene pubblicata oggigiorno? Il mio libro è sicuramente migliore di quello!”, o anche “Voi non avete capito niente della mia opera” hanno solo due effetti: farvi ricordare negativamente dall’editore e far si che si chieda per quale assurda ragione abbia deciso di comunicare i riscontri negativi e non imitare i suoi colleghi che non lo fanno.

Spero, in qualche modo, di essere stata utile a qualcuno. E ci tengo a precisare che il punto 6 nasce da alcuni scambi poco piacevoli, che per fortuna non corrispondono alla totalità degli scambi d'opinione che si hanno dopo la comunicazione di un esito negativo. Il dialogo costruttivo è sempre ben accetto.

Vi saluto comunicando che, in qualche modo, scrivere queste poche righe mi ha dato l'idea per un post futuro. Penso che, prima o poi, vi parlerò di tutti gli errori che ho commesso io quando cercavo un editore per il mio libro.  E così, piano piano, sto costruendo un'agenda strutturata per il blog!

12 commenti:

  1. Terrò tutto a mente, anche se... oddio, certe cose te le dimentichi solo se sei agitato (es. non mettere recapiti)

    Moz-

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  2. Credo che le tue considerazioni siano molto azzeccate. D'altra parte non è facilissimo trovare l'atteggiamento giusto, soprattutto nei primi tempi in cui si scrive. Posso accennare all'altra faccia della medaglia? Non aiuta il fatto che le comunicazioni tra autore ed editori siano quasi sempre a senso unico. Per esempio è diffusissimo che l'editore non invii risposta quando il manoscritto non gli interessa; pochissimi inviano una breve mail standard di rifiuto. E' persino capitato che l'editor di una importante casa editrice mi chiedesse una versione riveduta del mio romanzo, e poi non si peritasse nemmeno di comunicarmi la sua opinione, evidentemente negativa. Secondo me questi dettagli - se vogliamo chiamarli così - fanno parte del semplice rispetto dovuto agli altri esseri umani.

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  3. Ciao Grazia, e grazie d'essere passata.
    Guarda, sono d'accordo con te (ragione per cui Plesio risponde sempre anche in caso di esito negativo). Mi rendo davvero conto che inizialmente non sia facile rapportarsi a una CE. Almeno, per me non lo fu. La pratica (e la vita), per fortuna aiutano.

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  4. Devo trattenermi di non partire proprio con la 6
    Con certi editori... brr... Devo trattenermi! :)

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  5. Grazie Giordana, il tuoi post sono davvero utili. Per un'esordiente come me è facile commettere errori, dettati principalmente dall'inesperienza. E' vero che oggigiorno i siti delle case editrici forniscono dettagliate informazioni sull'invio dei manoscritti (e credo che il minimo che possa fare un autore è dedicare il proprio tempo anche a questa fase, con la stessa serietà riservata alla fase di scrittura e revisione), ma a volte si cade sulle banalità, che essendo scontate, non sono scritte da nessuna parte. L'editore viene visto quasi come un'entità astratta dal giudizio insindacabile che ha in mano il tuo piccolo sogno. E la paura di sbagliare proprio nell'approccio iniziale, è quello che poi ci porta a commettere gli errori più frequenti.
    Leggere i tuoi post aiuta a percepire la figura dell'editore sotto una forma più umana, senz'altro più vicina e complice dell'autore, senza però minarne la professionalità e perdere di vista il suo ruolo.

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    1. Grazie a te di essere passato.
      Concordo su quello che dici. Personamente (e ci ripensavo giusto giusto scrivendo il post) ho commesso tantissimi errori quando cercavo un editore.

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  6. Grazie per i consigli Mur :-) è importante conoscere il punto di vista di chi deve valutare. Una curiosità: come si chiama il tuo libro?

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  7. Ciao!
    Il mio libro è questo: http://www.anobii.com/books/La_figlia_della_Dea/9788863073300/01a52fad90a7518c16/
    e credo che (per fortuna) non sia più disponibile.

    Non fraintendermi, ci sono affezionata, ma è pieno di difetti. Ad ogni modo, la ricerca dell'editore all'epoca mi insegnò parecchio.

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  8. Posso dire che certi punti andrebbero anche messi in un'eventuale post "5 errori da evitare quando ci si interfaccia a un blogger"?

    Perché secondo me dovrebbero essere semplicemente questioni di buona educazione. Come minimo informarsi su cosa pubblica quell'editore... anche perché così ti risparmi l'ansia di un'attesa di risposta.
    E poi le mail bianche o in copia a millemila persone. Anche a me arrivano mail così, per essere recensiti sul blog. Cioè, a me vien da cestinarle così, di volata, perché secondo me è la buona educazione a richiedere che almeno tenti di spiegarmi di cosa stai parlando. O sbaglio?

    e scusa Giordana se sono andato un po' ot.

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  9. Sono d'accordo (e sì, sei scusato!). Spesso la carenza è generale mancanza di senso pratico e scarsa capacità di comunicazione.

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