lunedì 17 marzo 2014

L'uso della maiuscola

Nello scrivere capita spesso di domandarsi quando usare la maiuscola e quando no. Posto che su alcuni casi la risposta non è univoca, ecco l’elenco dei casi in cui è necessaria, seguito dagli errori più comuni. Per le implementazioni fatevi pure avanti!


- Tutte le volte che si inizia una frase o un periodo.
- Sempre dopo il punto fermo.
- Sempre dopo il punto interrogativo o esclamativo, a patto che non chiudano un discorso diretto (es: Quanto ci avrebbe impiegato Giacomo? Ma anche: “Quanto ci metti?” domandò). 
- Dopo i due punti seguiti da virgolette quando indicano un discorso diretto.
- Con i nomi propri di persona (o animali), i soprannomi e gli appellativi.
- Con i nomi geografici e astronomici (Marte, Via Lattea, etc), mentre i sostantivi topografici comuni (via, corso, piazza, etc…) ammettono la doppia grafia (Corso Garibaldi o corso Garibaldi).  
- A discrezione nei nomi che indicano popolazioni antiche (es: i Romani o i romani). 
- Nei titoli di libri, film, riviste, periodici, componimenti e canzoni. Secondo Treccani limitatamente all’iniziale (es: La divina commedia).  
- Per i nomi delle feste religiose o civili.
- Con i sostantivi e gli appellativi sacri (es: Santo, Dio, Vergine, etc).
- Per le personificazioni (es: la Giustizia trionferà!). 
- Nelle sigle, per tutte le lettere che le compongono o solo per l’iniziale (es: FIAT o Fiat).
- Per le cariche pubbliche e le autorità (es: il Presidente).
- Per le istituzioni, gli enti e i ministeri (es: la Regione, il Ministero del lavoro, etc).
- Con i nomi ufficiali di palazzi e locali pubblici (es: Palazzo Chigi).
- Con i nomi che indicano istituti pubblici nel loro senso più generale, per distinguerli dal significato specifico (es: “la Chiesa” inteso come corpo religioso e “la chiesa” inteso come costruzione). 
- Nei nomi indicanti un momento storico, in riferimento a secoli, decennio periodi di rilievo (es: gli anni Cinquanta, la Seconda guerra mondiale, etc).
- Per i pronomi “lei” e “voi” usati in maniera reverenziale.
- Con le abbreviazioni di dottore, avvocato, architetto, etc seguite dal nome proprio (es: Avv. Rossi).

Errori frequenti:


- Le stagioni, i giorni della settimana e i mesi si scrivono con la minuscola, salvo il caso di personificazioni (es: la Primavera). 
- I nomi che indicano appartenenza a nazione, città, regione, vanno scritti con la minuscola salvo il caso di significato storico, dove la maiuscola è facoltativa (es: “i Vichinghi” o “i vichinghi”).

Ecco fatto, dovrei aver finito. Ringrazio l’Accademia della Crusca, la Grammatica italiana Treccani e la Grammatica di base Zanichelli per l’aiuto dato nella stesura di questo post. Ad ogni modo il mio dubbio più atroce in merito, vale a dire quello che ha scaturito tutto il post (cioè; come regolarsi nei nomi composti da più sostantivi?) non ha trovato una soluzione univoca. La Treccani, però, mi lascia il potere decisionale… è già qualcosa!

5 commenti:

  1. Ecco un altro argomento spinoso! Ben fatto davvero, caro il nostro Mur ;) Ricordo di aver indagato a lungo sull'uso o meno della maiuscola per i titoli sacri e non ho del tutto risolto la questione. Gli "dèi", va minuscolo o maiuscolo? Accentato di certo, per necessità di distinzione, ma a quanto ho letto la questione resta controversa. Se si parla di una divinità specifica (o di un Concilio di Divinità per esempio) allora si suggerisce la maiuscola. Quando invece il riferimento è generico, pare sia accettata (o addirittura suggerita) la minuscola (Es: "Che gli dèi mi aiutino!").
    Trovo comunque straordinari questi appunti, grazie Mur!

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  2. Ecco, ecco, altro bel dubbio che non trova soluzione!
    Nel caso specifico io userei la minuscola. Non ha però un gran senso logico dire che "Dio" va scritto con la maiuscola e "dèi" con la minuscola. Che sia colpa del retaggio culturale che, comunque, una lingua si porta dietro?

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  3. Ciao, ti faccio i complimenti x questo neo-nato blog e ti invito a passare dalle mie parti dove c'è un "boomstick" per te...

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  4. Ciao a te e grazie per la nomination!

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  5. Mi sembra di ricordare che gli appellativi vanno scritti a lettera minuscola, se non subito dopo un punto.
    - don Vincenzo
    - fratel Enzo;
    - dottor Bianchi;
    - maestro Simplicio;
    - professoressa Gradara (mi sia concesso un arruffnamento);
    - caposala infermier Sandri;
    - zia Giulia;
    - capocomico signor Cresa.
    Così?
    -

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