martedì 25 marzo 2014

La lettera di presentazione

Come per la sinossi, di cui parlerò prossimamente, suggerisco di costruire la lettera di presentazione considerando per prima cosa la sua utilità.

Essa serve (ribadisco l’ovvio, me ne rendo conto), a presentarsi. Può sembrare un dettaglio irrilevante, talmente stupido che spesso riesce in qualche modo a essere messo in secondo piano. Attenzione! Abbandonate per un secondo la visione romantica dell’editoria e mettetevi nei panni dell’editore che dovrebbe valutare il vostro scritto. Ricordate che
si tratta della persona che, in caso di valutazione positiva, dovrà stipulare con voi un contratto editoriale e, dal momento in cui firmerete, voi entrerete a far parte della sua scuderia e lo rappresenterete ai vostri lettori. Qualcuno assocerà il vostro nome al suo e voi diventerete una sorta di suo biglietto da visita.  Capire chi siete al di là di quello che avete scritto rientra a pieno titolo nei suoi interessi.


Ecco perché è opportuno far emergere da subito competenze e attitudini, senza strafare. Annoverate formazione e impiego, sottolineate le pubblicazioni già avvenute (nel caso ce ne siano), i riconoscimenti ottenuti e tutti gli aspetti della vostra vita correlati al mondo letterario. Tutto ciò equivale al parlare di competenze pregresse durante un colloquio di lavoro; non si può dire che non faccia piacere leggerle e l’editore ne viene rassicurato. 
Cercate, però, di non apparire autoreferenziali. Limitatevi a esporre il tutto in maniera ordinata.

Provate a essere personali. Utilizzare gli schemi preimpostati che si trovano sul web è una pessima idea. Oltre a essere piatti non sono neanche così numerosi… qualsiasi redattore vi scoprirebbe subito. Meglio uno scritto dall’impostazione meno professionale, ma più autentico.

Seguite le basilari regole di scrittura. Evitate quindi i maiuscoli ingiustificati, le emoticon, e le abbreviazioni da sms, la prolificazione dei puntini di sospensione. Ricordatevi che l’accento sulla “e” maiuscola esiste e non è rimpiazzabile da un apostrofo.  Eliminate tutti i refusi.

Abbozzate l’idea del vostro romanzo, magari indicando il processo che vi ha portato alla stesura. Mostrate il vostro attaccamento alla storia e le ragioni per cui cercate la pubblicazione.

Non sottolineate che non accetterete proposte di pubblicazione che prevedano un contributo, rischiate di essere offensivi e mostrerete di non conoscere la casa editrice a cui vi rivolgete. E poi, francamente… ne vedete il bisogno?  Informandovi prima delle prassi di pubblicazione dovreste evitare i rischi e, comunque, nel caso vi arrivasse una proposta che prevede un contributo vi basterà rifiutarla. 

Terminati questi passaggi rileggete la lettera due, tre, quattro volte,  fino a quando non vi sembrerà perfetta; non vorrete certo che l’editore si faccia un’idea sbagliata del vostro stile, giusto?
A questo punto corredatela dei vostri recapiti (che vi consiglio di aggiungere a calce di ogni file inviato), armatevi di pazienza e procedete all’invio. 

In qualsiasi caso, buona fortuna.  

10 commenti:

  1. Girdana, è un prezioso consiglio. Ma io posso permettermi di dimenticarlo. Lo sento ;)

    RispondiElimina
  2. Sentivo il bisogno di scriverlo, soprattutto dopo una mattinata passata a leggere manoscritti in arrivo.

    RispondiElimina
  3. Personalmente la lettera di presentazione mi dà un po' d'ansia, perché l'impressione è proprio quella di giocarsi l'attenzione di un editore in poche righe. Comunque grazie per i tuoi consigli, ne terrò conto.
    E aspetto il post sulla sinossi, altra croce per me, insieme a un terzo elemento: dover inquadrare un romanzo in un genere!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei in buona compagnia. La sinossi è l'incubo di ogni aspirante scrittore.

      Elimina
  4. Ma che bel blog! E che bei consigli! Grazie per il lavoro che fai. :)

    RispondiElimina
  5. Grazie a te dei complimenti! E per qualsiasi suggerimento, son qua!

    RispondiElimina
  6. Grazie mille dei suggerimenti! Non ricordo nemmeno com'era impostata la mia, di lettera di presentazione...in ogni caso, credo ci sia sempre un bel po' di labor limae da fare prima di potersi presentare veramente in modo decente...

    RispondiElimina
  7. Ciao Giordana :) Giusti consigli, che mi fanno venire in mente un episodio: tempo fa mi è capitato di leggere una lettera di presentazione in cui l'autore cercava di dimostrare all'editore quanto fosse simpatico e originale, usando frasi a effetto e una certa strafottenza, della serie "hai qui un tipo tosto, non fartelo scappare". Beh, era... penoso. Non saprei definirlo altrimenti.

    RispondiElimina
  8. Me ne sono capitate di simili anche a me. In generale non disdegno "la battuta", ma nei limiti della professionalità nell'esporsi e, ovviamente, della decenza.
    Un saluto e grazie per essere passata!

    RispondiElimina